Il Tribunale di Salerno riconosce lo status di rifugiata ai sensi degli artt. 7 e 8 ss. del d.lgs. 251/07, in ragione dell’appartenenza della ricorrente ad un particolare gruppo sociale in quanto donna che ha subito atti persecutori GB, concretizzatisi in MGF cui veniva sottoposta nel Paese d’origine (Nigeria), pratica così atroce che il danno inflitto alla stessa, anche se non ripetuto, sia da ritenersi continuo (il Collegio decide il caso nei termini indicati pur rilevando l’assenza di timore per la ricorrente di essere sottoposta nuovamente a MGF e l’assenza di timori di stigma sociale derivante dal rifiuto di sottoporre la propria figlia minore a tale pratica).
Sul punto, si noti che “l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) considera la FGM una forma di violenza basata sul genere che infligge grave danno, sia fisico che mentale, e costituisce persecuzione. Il riconoscimento della FGM come forma di persecuzione è sostenuto, in prima istanza, dagli sviluppi dei diritti umani a livello internazionale e regionale. Tutte le forme di FGM violano una serie di diritti umani delle ragazze e delle donne, tra cui il diritto alla non- discriminazione, alla protezione dalla violenza fisica e mentale, ai più alti possibili standard sanitari, e, nei casi più estremi, al diritto alla vita. La FGM inoltre costituisce tortura e trattamento crudele, inumano o degradante, come affermato dalla giurisprudenza internazionale e dalla dottrina giuridica, tra cui molti organi delle Nazioni Unite per il monitoraggio sui trattati, le Procedure Speciali del Consiglio dei Diritti Umani e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo” (UNHCR, Nota orientativa sulle domande d’asilo riguardanti la mutilazione genitale femminile, maggio 2009).
Il Tribunale di Salerno, ordinanza n. cronol.1116/2022 del 16/04/2022